John Fitzgerald Kennedy


John Fitzgerald Kennedy, comunemente chiamato John Kennedy o Jack Kennedy o solo JFK, (Brookline29 maggio 1917 – Dallas22 novembre 1963), è stato un politico statunitense, 35º Presidente degli Stati Uniti.
Candidato del Partito Democratico, vinse le elezioni presidenziali del 1960 e succedette al Presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower. Assunse la carica il20 gennaio 1961 e la mantenne fino al suo assassinio. Gli subentrò il vicepresidente Lyndon B. Johnson.
Kennedy, di origine irlandese, è stato il primo Presidente degli Stati Uniti di religione cattolica. Fu anche il primo presidente statunitense ad essere nato nel XX secolo ed il più giovane a morire ricoprendo la carica.
La sua breve presidenza, in epoca di guerra fredda, fu segnata da alcuni eventi molto rilevanti: lo sbarco nella Baia dei Porci, la Crisi dei missili di Cuba, la costruzione del Muro di Berlino, la conquista dello spazio, gli antefatti della Guerra del Vietnam e l'affermarsi del movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Kennedy fu assassinato il 22 novembre del 1963 a Dallas, in TexasLee Harvey Oswald fu accusato dell'omicidio e fu a sua volta ucciso, due giorni dopo, da Jack Ruby, prima che potesse essere processato. La Commissione Warren concluse che Oswald aveva agito da solo; tuttavia, nel 1979, la United States House Select Committee on Assassinations dichiarò che l'atto di Oswald era stato probabilmente frutto di una cospirazione. La questione se Oswald avesse o meno agito da solo rimane dibattuta, con l'esistenza di numerose teorie cospirazioniste. L'assassinio di Kennedy fu un evento focale nella storia degli Stati Uniti per l'impatto che ebbe sulla nazione e sulla politica del paese. Ad oggi, la figura di Kennedy continua a ricevere stima e apprezzamento.

Presidenza


Il Presidente Kennedy (14 luglio 1963)
John F. Kennedy prestò giuramento come 35º presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 1961 a Washington D.C. Nel suo discorso inaugurale[9] parlò del bisogno di tutti gli americani di essere cittadini attivi, disse: « Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese ». In uno dei famosi discorsi della Nuova Frontiera, chiese alle nazioni del mondo di unirsi nella lotta contro ciò che chiamò "i comuni nemici dell'umanità... la tirannia, la povertà, le malattie e la guerra"[10].

[modifica]Politica estera


Kennedy e Eisenhower
Il 17 aprile 1961, l'amministrazione Kennedy mise in atto una versione modificata del piano studiato sotto l'amministrazione di Dwight D. Eisenhower, predecessore di Kennedy che rimandava di attuarlo, per deporre Fidel Castroleader socialista del governo di Cuba. Durante l'amministrazione Eisenhower questo piano aveva prodotto l'esecuzione di numerosi attentati terroristici in Cuba, da parte del Gruppo Alfha 66[11], uno dei quali portò alla realizzazione della famosa foto icona di Che Guevara, scattata dal fotografo Korda durante i funerali di 75 cubani morti nell'esplosione di una nave. Con i fratelli Kennedy, John e Robert e la supervisione di Allen Dulles della CIA, oltre al famoso tentato sbarco nella Baia dei Porci, in cui 1.500 cubani anticastristi vennero sconfitti dalle forze regolari cubane, si realizzò l'Operazione Mongoose ("piano mangusta") nella quale terroristi di diversa estrazione, effettuarono in 14 mesi 5.780 azioni terroristiche e 716 sabotaggi ad infrastrutture economiche cubane.
Questi eventi portarono alla crisi dei missili di Cuba, che iniziò il 14 ottobre 1962, quando gli aerei-spia U-2 americani fotografarono un sito cubano dove era in costruzione una base missilistica sovietica. Kennedy si trovò di fronte un pesante dilemma: se gli Stati Uniti avessero attaccato il sito, avrebbero dato inizio ad una guerra nucleare con l'Unione Sovietica. Se non avessero fatto nulla, avrebbero avuto una permanente minaccia nucleare nella propria regione, in una vicinanza tale da rendere quasi impossibile un contrattacco qualora i nemici avessero attaccato per primi. E ancora, la paura che gli Stati Unitiapparissero deboli agli occhi del mondo.

Kennedy e Khruščёv
Molti ufficiali militari e ministri del governo fecero pressione per un attacco aereo, ma Kennedy ordinò un blocco navale ed avviò negoziati con i sovietici. Una settimana dopo raggiunse un accordo con il Segretario Generale del PCUS, Nikita Khruščёv. Questi si accordò segretamente per ritirare i missili in cambio dell'impegno degli Stati Uniti di non invadere Cuba e di ritirare i propri missili nucleari dalla Turchia.
La crisi dei missili ebbe tuttavia effetti positivi sulle trattative USA-URSS circa la limitazione dei test nucleari. Sia Kennedy che Khruščёv, consapevoli di essersi trovati sull'orlo di una guerra atomica, cercarono di diminuire le tensioni attraverso una fitta corrispondenza. Questa culminò nel 1963 con l'inizio ufficiale dei negoziati, assieme alla Gran Bretagna, che portarono alla firma del Partial Test Ban Treaty, il 5 agosto dello stesso anno. Il trattato, considerato uno dei successi diplomatici dell'amministrazione Kennedy, proibiva agli Stati aderenti qualsiasi esperimento nucleare nell'atmosfera, nello spazio e sott'acqua, lasciando possibili solo i test sotterranei.
Il 26 giugno 1963 Kennedy visitò Berlino Ovest e tenne un pubblico discorso di critica contro la costruzione del Muro di Berlino. Il discorso è noto per la sua famosa frase, pronunciata in tedesco, Ich bin ein Berliner, e salutata dai berlinesi con una grande ovazione.
Argomentando che coloro che rendono impossibile una rivoluzione pacifica rendono inevitabile una rivoluzione violenta, Kennedy cercò di contenere la diffusione del comunismo in America Latina fondando laAlliance for Progress, che inviò aiuti alle nazioni in difficoltà e cercò di imporre un maggior rispetto dei diritti umani nella regione.
Kennedy istituì, durante il primo anno della sua presidenza, i Peace Corps, un programma di volontariato rivolto ai paesi in via di sviluppo. Questo progetto, frutto di un incontro di Kennedy con gli studenti dell'Università del Michigan avvenuto durante la sua campagna elettorale, aveva il compito principale di promuovere una migliore immagine degli Stati Uniti nei Paesi in cui essa era compromessa dalla diffidenza verso gli americani, spesso visti come nuovi colonizzatori, e al tempo stesso di fornire un aiuto tecnico. I Peace Corps, tuttora esistenti, rimangono una delle eredità più durature dell'amministrazione Kennedy.
Il Vietnam fu un altro fronte della politica estera kennediana. Diviso in due come era e come è ancora oggi la Corea (comunisti al nord e capitalisti al sud), durante la sua presidenza a seguito di continue minacce all'indipendenza dello stato meridionale, Kennedy vi incrementò il numero di consiglieri militari facendoli passare da poche centinaia fino a 16.000 (al momento della sua morte). Nell'agosto del 1964 il Presidente Johnson, prendendo spunto da un confuso incidente avvenuto nel golfo del Tonchino, si presentò di fronte al Congresso degli Stati Uniti facendosi dare adeguati poteri per intraprendere iniziative militari. Iniziava laguerra del Vietnam. Nel 1965 partirono i primi bombardamenti aerei, mentre il numero dei soldati impegnati raggiungeva quota 500.000 nel 1967.
Le responsabilità di Kennedy nella guerra del Vietnam sono da decenni oggetto di discussione. Secondo alcuni[12] egli, ordinando il rovesciamento e l'uccisione di Diem, ha acceso la miccia che ha provocato la guerra. Altri, tra cui Robert Dallek in An Unfinished Life: John F. Kennedy, 1917-1963 [13] sostengono invece che Kennedy avrebbe soltanto continuato l'impegno della Legione Straniera nella ex colonia francese.
Nel 1963, anno in cui ci fu il cambio di passo del Presidente Kennedy, riportato anche da Martin Luther King nella sua autobiografia ("The Autobiography of Martin Luther King, Jr. by Martin Luther King Jr. and Clayborne Carson"), Kennedy cominciò a bloccare le manovre dei consiglieri militari e a pianificare la ritirata di alcune migliaia di soldati dal Vietnam. Kennedy non avrebbe quindi dato il via all'escalation, la quale sarebbe solo opera di Johnson, e che al momento dell'assassinio del Presidente non c'era nessuna battaglia in atto[14]. Non trascurabili sono poi le dichiarazioni rilasciate dall'ex segretario della difesa americano (in carica in quegli anni) Robert McNamara, che nel film The Fog of War ha affermato che Kennedy non aveva nessuna intenzione di impegnarsi in una guerra in Vietnam, così come la presenza di un memorandum datato 11 ottobre 1963 in cui Kennedy ordinava il ritiro di 1.000 uomini dal Vietnam, decisione poi subito annullata da Johnson appena divenuto presidente.